Monica Vitti

Di Bohdan Tsibla e Alessia Bindi

Maria Luisa Ceciarelli, nota con lo pseudonimo Monica Vitti, è stata una delle più grandi attrici italiane contemporanee. Nonostante la sua vita sia stata segnata da innumerevoli complicazioni e impedimenti, è riuscita a inseguire il suo sogno più grande: diventare attrice.

Il teatro:

Monica Vitti in un momento di pausa dalla lezione di recitazione 1952

Monica Vitti si avvicinò al mondo del teatro sin da bambina, ancora dodicenne, quando durante i bombardamenti della Seconda Guerra mondiale a Napoli si mise a recitare e a improvvisare davanti ai suoi amici . A quattordici anni riuscì a entrare di nascosto in una compagnia teatrale, nonostante i suoi genitori persone dure e severe glielo avessere impedito. La giovane attrice studiò il copione del suo primo spettacolo senza farsi notare dai genitori e senza riuscire a frequentare le lezioni di recitazione. Il giorno dello spettacolo, anche con la poca esperienza, riuscì comunque a brillare: quel giorno Vitti capì che ciò che faceva apparteneva a lei.

Dopo entrò, per destino, a far parte dell’accademia teatrale di Roma diretta allora da un critico teatrale Silvio D’Amico. Entrare in accademia non fu semplice, perché aveva una voce particolare e per questo fu subito scartata. Però la bravura di Monica fu subito notata da Silvio D’Amico, e perciò superò il test d’ingresso. Durante gli anni di studi in Accademia,scoprì il genere dalla commedia e studiò in particolare Shakespeare e Moliére. Dopo la sua attività teatrale le venne suggerito da Tofano, un insegnate molto importante per lei, di scegliere un nome d’arte che potesse rappresentarla meglio e che fosse più elegante. Infatti il cognome Vitti fa riferimento al cognome della madre Vittiglia a cui era tanto legata e il nome Monica è tratto da un libro che leggeva l’attrice.

Il cinema:

Claudia, la protagonista interpreta da Vitti in una scena de “L’Avventura” 1960.

Dopo l’accademia venne notata da Michelangelo Antonioni, un regista italiano, con il quale non ebbe solamente una relazione sul piano artistico ma anche amoroso. Il suo primo film, fu “L’Avventura” del 1960, che seguito da “ La Notte“, ” L’Eclisse” e “Il Deserto Rosso” costituì la tetralogia dell’incomunicabilità. In tutti e quattro i film l’attrice interpreta ruoli drammatici che richiamano all’alienazione della protagonista. Dopo la fine della sua relazione con Antonioni, la Vitti era diventata attrice molto nota.

La tetralogia dell’incomunicabilità non fu subito compresa dal pubblico a causa della presenza di molte scene in cui non vi sono nè dialoghi nè monologhi dei personaggi, ma i due protagonisti rimangono semplicemente in silenzio per la maggior parte del tempo. Il secondo motivo per cui i quatto film non furono apprezzati fu anche la figura di Monica Vitti che sin ora era sconosciuta e atipica per il cinema Italiano sia per la sua personalità stravagante sia per la voce dell’attrice. La prima proiezione de “L’Avventura” durante festival cinematografico di Cannes fu un esperienza deludente per l’attrice, in quanto, il film fu accolto con i fischi e tanta confusione. Monica profondamente delusa dell’accaduto uscì dalla sala piangendo, mentre la giuria e alcuni intellettuali dell’epoca sostennero di aver visto forse il film più bello del cinema Italiano.

Assunta Patané nel film “La Ragazza con la Pistoladel 1968

Vitti fu soprattutto un’attrice comica: collaborò infatti con tanti altri registi che le fecero interpretare diversi personaggi comici. Interpretò il ruolo di Assunta Patané nella commedia “La Ragazza con la pistola” di Mario Monicelli. Questo ruolo, le permise di scoprire un genere nuovo , nonostante l’attrice avesse recitato commedie a teatro durante i suoi studi in accademia. Attraverso queste collaborazioni, l’immagine cinematografica di Monica Vitti fu radicalmente cambiata, ed è proprio questa che rimase nell’immaginario collettivo.

“La Notte”

Scena tratta da ” La Notte”

La Notte” è un film del 1961 diretto dal registra italiano Michelangelo Antonioni che è basato sulla figura di Valentina, una donna estremamente affascinante, interpretata da Monica Vitti. Il film è un dolore sentimentale, in quanto narra delle difficoltà che trova Giovanni Pontano in ambito amoroso con Lidia e del mal d’amore che ella prova quando Giovanni la tradisce. Nel film sono molto evidenti le scene silenziose, dove quasi non succede nulla, nonostante ciò il film riflette su argomenti difficili come l’amore, l’esistenza e l’assenza di comunicazione nei rapporti umani. La riflessione che il film offre è quella che se in una qualsiasi relazione interpersonale manca lo scambio di opinioni e soprattutto posizioni, la relazione viene a mancare come nel caso di Giovanni e di Lidia.

L’azione si svolge a Milano, nei primi anni sessanta, nel pieno fervore sociale del boom economico, durante l’arco di un pomeriggio ed una notte. L’ambientazione del film è molto malinconica e solitaria, in un mondo in cui ognuno è cosi impegnato da non poter riflettere sul mondo che lo circonda. Come per le pellicole precedenti del regista ferrarese, La notte non incontrò i favori del pubblico, mentre ebbe immediatamente un notevole impatto sulla critica, conquistando grandi lodi e proclamando Antonioni quale maestro di un cinema moderno ed atipico, destinato ad avere una significativa influenza su molte generazioni successive di cineasti.

” La Ragazza Con La Pistola”

La Ragazza Con La Pistola” è un film del 1968 diretto da Mario Monicelli. La commedia parla del rapimento di una ragazza siciliana da parte di un mafioso, Vincenzo Macaluoso. I due si innamorano, però ben presto Vincenzo fugge in Inghilterra perché si è trovato costretto, secondo le consuetudini dell’epoca, a sposare Assunta. La giovane ragazza si è sentita disonorata per via della fuga di Vincenzo ed è per questo che vorrebbe riacquistare l’onore perso, all’interno del piccolo paesino in cui vive, uccidendo Vincenzo. Assunta parte, munita di una pistola, arriva in Inghilterra trova il suo amato, ma a causa di particolari vicende non riesce a vendicarsi. Il film offre, anche, una riflessione sulle condizioni delle donne dell’epoca ed è un film rivoluzionario perché la protagonista è una donna che si vendica ( in quel epoca che la vendette era concessa solamente agli uomini) e facendo ciò deride l’incapacità di alcuni uomini rispetto a una donna forte e decisa come protagonista del film.