CLAUDE MONET: vita,corrente pittorica e opere

di Mattia Bartoli

LA VITA

Oscar-Claude Monet era figlio del droghiere Claude Adolphe Monet, che dopo avere solcato i mari europei in qualità di marinaio su una nave mercantile di Le Havre, era tornato a Parigi per sposare Louise-Justine Aubrée. Quest’unione fu coronata dalla nascita di Léon Pascal, nel 1836, e di Oscar, battezzato in questo modo dai genitori ma destinato a entrare nelle pagine dei libri di storia dell’arte come Claude Monet. Nonostante Monet odiasse trascorrere il suo tempo dietro ai banchi di scuola, ha avuto modo di assimilare le basi della lingua francese e dell’aritmetica, ed erano ben pochi i compagni di classe che non apprezzavano la sua personalità curiosa e il suo senso dell’umorismo.

Se Monet non abbandonò le sue ambizioni artistiche per darsi al commercio insieme al padre fu solo grazie alla zia, che incapace di colmare il vuoto lasciato dalla morte del marito Jacques, decise di cimentarsi con i pennelli. Grazie all’interessamento della zia, Monet fu in grado di proseguire la sua passione sotto la guida di Jacques-François Ochard, docente presso l’università che frequentava Monet.

Il percorso artistico di Monet inizio a Le Havre, una cittadina francese affacciata sul mare dove pochi anni prima, nel 1845 i suoi genitori si erano trasferiti per aprire una drogheria. A Le Havre incontra nel 1856, Eugène Boudin che fece si che il giovane Monet spostasse il proprio interesse verso la rappresentazione della natura. Su consiglio del maestro, Monet si reca a Parigi, che in quel momento era la capitale dell’arte. Purtroppo nel 1860 venne chiamato a svolgere il sevizio militare, fu inviato in Algeria. Dopo due anni torno nuovamente a Parigi, dove conobbe Auguste Renoir, Alfred Sisley e Fédéric Bazille. Dai loro incontri e grazie alle gita fuori città per studiare e sperimentare la luce e il colore, si sviluppò il movimento imprssionista. Dopo la morte della moglie, riesce a comprare ua casa con un grande giardino a ridosso del Senna, dopo si dedica a dipingere le ninfee e il paesaggio che lo circonda.

LA CORRENTE PITTORICA

L’Impressionismo è una corrente artistica sviluppatasi in Francia, soprattutto a Parigi, nella seconda metà dell’Ottocento, tra il 1860 e il 1880 e durata fino al primo Novecento. Il termine «impressionismo» nacque da un’affermazione dal critico d’arte Louis Leroy a proposito del quadro di Monet, «Impression. » Gli impressionisti subirono dapprima violente critiche da parte della stampa e del pubblico, ma successivamente ricevettero il sostegno dei collezionisti, in particolare Gustave Caillebotte, che permise loro di realizzare le prime mostre. L’impressionismo iniziò ad essere accettato a partire dal 1880, grazie al sostegno del nuovo governo di Léon Gambetta e di critici come Émile Zola.

Le opere entrarono gradualmente nei musei, nel Salon e nel mercato dell’arte. Il mercante Paul Durand-Ruel svolse un ruolo cruciale nel sostegno e nella diffusione dell’Impressionismo. Gli anni 1890 videro la morte di Morisot, Caillebotte, Sisley e la dispersione del gruppo, mentre si svilupparono nuove avanguardie a cui aderiscono certi impressionisti, come Cézanne e Pissarro.

LE OPERE

Spiaggia a Sainte-Adresse è un dipinto a olio su tela realizzato nel 1867 dal pittore francese Claude Monet. Il quadro mostra la spiaggia di Sainte-Adresse con il suo piccolo villaggio di pescatori. Anche se la giornata è molto nuvolosa, la luce che emana dalla tela è più vivida ed intensa che mai. Il cielo è un immenso e sconfinato tappeto di innumerevoli nuvole.

Con La terrazza a Sainte-Adresse,Monet conferma il suo proposito di cogliere nei suoi dipinti l’atmosfera spensierata e frizzante che animava la Francia del Secondo Impero.In questo dipinto è possibile che questi due anziani conoscono la coppia più giovane e, anzi, hanno pure accompagnato la figlia dal potenziale fidanzato, come se con la loro presenza distaccata volessero legittimare sobriamente la validità di quest’unione. Potrebbe pure darsi, tuttavia, che le due coppie non si conoscono, e che il signore e la signora in primo piano, contemplando silenziosamente quest’incontro galante inaspettato, stiano semplicemente pensando agli amori dei bei tempi andati. Quest’opera, oltre che per i contenuti, è particolarmente interessante anche per la tecnica, che riesce perfettamente a rendere l’impressione di un’assolata giornata di primavera producendo nell’immagine effetti di grande luminosità e brillantezza cromatica. Per ottenere questo fulgore ovattato Monet ricorre a una tavolozza composta esclusivamente da colori puri e dispone le varie regioni cromatiche in modo tale che queste, interagendo tra di loro, possano esaltarsi o deprimersi vicendevolmente secondo le sue necessità.È soprattutto accostando colori scuri con colori nitidi che Monet elimina completamente le variazioni tonali e i passaggi terrosi e opachi, salvaguardando così la luminosità del dipinto.

La datazione dell’opera è ascrivibile al 1873, anno in cui Monet si trasferì ad Argenteuil, borgo sulle rive della Senna destinato a diventare per via della sua ricchezza di paesaggi luminosi il laboratorio all’aperto preferito degli impressionisti. Esposta per la prima nel 1874, in occasione della prima mostra impressionista svoltasi nei locali del fotografo Nadar, la tela è oggi una delle più celebri di Monet e dell’Impressionismo in generale. Monet utilizza il rosso intenso e sfavillante dei papaveri, con cui punteggia a tratti il prato, per innalzare la brillantezza complessiva della gamma cromatica, ravvivata anche dal verde azzurrato che tinge i ciuffi d’erba accarezzati dal vento. Immerse nella costellazione di papaveri, sulla sommità della collina, troviamo poi due figure, mentre in basso vi sono Camille – moglie dell’artista – e il figliolo Jean che si avvicinano verso lo spettatore, creando un senso di movimento lungo il sentiero in discesa. L’effetto globale del dipinto, d’altronde, si avvale dalla spazialità immensa del campo, la quale è solo apparente e dall’assoluta inconsistenza delle pennellate, finalizzate a restituire l’impressione pura dei papaveri e ad evocare vibranti effetti di luminosità cromatica. La ritmica colorata intessuta dai papaveri, poi, si diluisce armoniosamente con le altre zone percettive dell’opera.

 Monet, al contrario, nella sua versione della Grenouillère si limita a tratteggiare i vari bagnanti con poche picchiettate di colore estremamente sintetiche, che da una parte rendono l’immagine meno squillante rispetto a quella di Renoir, ma che dall’altra riescono a fornire una rappresentazione più analiticamente strutturata e rigorosa dei fenomeni naturali. Monet, in effetti, si sofferma molto sull’elemento acquatico e lo studia analiticamente in ogni suo riflesso, rappresentandolo con una serie di pennellate ampie, corpose e dense di colori che vanno dal bianco, all’azzurro, al giallo, al verde.

Le tonalità predominanti sono quelle del verde, la cui intensità e brillantezza cambia a seconda dell’effetto che la luce provoca sugli elementi naturali. Le chiome degli alberi e lo stagno presentano tonalità di verde scuro e blu che conseguono all’obiettivo di creare profondità, mentre il verde chiaro e il giallo sono utilizzati per creare i riflessi luminosi sulle foglie e sull’acqua. Sul ponte si osservano sfumature di verde molto chiaro, quasi bianco, poiché in estate veniva ricoperto dal glicine. Il primo spicca sugli altri alberi per via delle numerose e brevi pennellate verticali che costituiscono la struttura del suo fogliame.Gli alberi sullo sfondo sono salici, canne, nasturzi ed il paesaggio risulta essere un luogo idilliaco, pervaso da un clima di serenità.