Mattanza alle isole Faroe

Di da Nappini Martina e Caldari Francesca

Attenzione: questo articolo presenta contenuti sensibili.

La Danimarca ogni anno compie una strage di delfini. Alle isole Faroe, sono stati massacrati oltre 1.428 delfini atlantici, nel corso di una tradizionale caccia che da secoli si svolge nel Paese, il “Grindadràp”.

Questa pratica barbara consiste nel trascinare i mammiferi, soprattutto delfini atlantici, a riva e poi massacrarli con dei coltelli.

Costituita nel 1977, Sea Shepherd è un’organizzazione internazionale senza fini di lucro la cui missione è quella di fermare la distruzione dell’habitat naturale e il massacro delle specie selvatiche negli oceani del mondo intero al fine di conservare e proteggere l’ecosistema e le differenti specie.

Tra le molteplici campagne che Sea Shepherd ha avviato in tutto il mondo, troviamo la lotta per la difesa dei Globicefali delle Farae island.

Strage di delfini in Danimarca, il premier delle isole Faroe chiede una  riforma della caccia ai cetacei - La Stampa

Un tempo, questa antica tradizione, aveva lo scopo di assicurare la carne di delfino agli abitanti delle isole, dove procurarsi proteine animali non è mai stato facile. E anche se in molti ritengono che al giorno d’oggi non sia più necessaria, non si sono mai toccati numeri così alti di “vittime” come quest’anno.

La tradizione irlandese risale al 500 per gli abitanti delle isole Faroe, è una cerimonia di festa tantochè per l’occasione la scuola chiude e i bambini si recano alla spiaggia per condividere questo momento con gli adulti.

La Mattanza non viene effettuata in alto mare, ma appena al largo della costa, i gruppi di cetacei che si avvicinano in cerca di cibo vengono spinti con le imbarcazioni verso riva e una volta arenatici vengono massacrati a colpi di uncino, trapani elettrici, coltello e ascia.

Ma a essere usato è soprattutto il monustingari, un lungo tubo di ferro appuntito di qualche centimetro di diametro, che si infila con forza dentro lo sfiatatoio della balena, tagliando il midollo spianale dell’animale che muore dopo pochi secondi.

Il mare si tinge di rosso davanti agli occhi dei locali, adulti e bambini e dei turisti curiosi di questo macabro spettacolo.

L'annuale mattanza dei cetacei alle isole Faroe: una pratica disumana e  anacronistica - DolceVita

Solitamente, in media ogni anno venivano uccisi circa 600 esemplari. Solo nel 1940 ci fu un record e il numero è raddoppiato, ovvero 1200 animali uccisi, ma non si è mai arrivati al massacro visto in questi giorni. 

Secondo l’opinione di Rob Read, capo delle operazione di Sea Shepherd questa è la più grande caccia singola di delfini o Globicefali nella storia delle isole Faroe, la seconda più grande è stata di 1200 Globicefali nel 1940 ed è forse la più grande caccia ai cetacei mai registrata in tutto il mondo.

 La popolazione è rimasta impressionata a causa del numero straordinariamente grande di delfini uccisi, infatti, a livello mondiale c’è stata un’ondata di protesta mai avvenuta prima. Grazie a Internet le immagini dei delfini massacrati sulla spiaggia hanno fatto velocemente il giro del mondo, lasciando scioccate persone a ogni angolo del globo. E, per la prima volta, in moltissimi tra i 50 mila abitanti delle isole Faroe hanno cominciato a opporsi a questa tradizione.

La carne del pescato viene condivisa tra i partecipanti e poi data agli abitanti dei villaggi locali.

Dopo la bufera scatenata dalla mattanza, il primo ministro delle Isole Faroe si è impegnato a procedere a una revisione della regolamentazione vigente sulla caccia ai delfini nell’oceano Atlantico.

Secondo le autorità Danesi, questo tipo di caccia sarebbe sostenibile, visto l’alto numero di cetacei presenti in quei mari. Il presidente dell’associazione Grindadràp descrive la caccia alle balene come una pratica eseguita con lo scopo di infliggere nell’animale sofferenze minime.

Mattanza alle Isole Faroe: 1500 delfini in un mare di sangue

Gli attivisti di Sea Shepherd sostengono mediante prove scientifiche che le affermazioni fatte dai presidenti della Grindadràp sono false, poiché gli scienziati affermano che non si può parlare dell’abbondanza di globicefali e delfini poiché il numero della popolazione di questi animali marini resta incerto.

Inoltre, a causa della presenza di mercurio, policlorobifenili e altre tossine la carne di delfino e di balena è contaminata e tossica per l’uomo.

La caccia di questi mammiferi provoca grandi sofferenze all’animale e una crisi di biodiversità che accompagna lo squilibrio degli ecosistemi, per tale motivo la Grindadràp è una pratica non sostenibile ad oggi ancora praticata solo per poter mantenere viva una tradizione che non ha più motivo di esistere.

L’organizzazione Sea Shepherd a partire dagli anni 80 si batte contro il Grindadràp riuscendo a salvare la vita di centinaia di globicefali, ma nonostante questo ancora oggi sono tantissimi i volontari arrestati dalle autorità Danesi per aver interferito contro la Grindadràp.