I giovani durante una pandemia

di Gaia Parrini, Luisa Onorato, Giulia Zingherini, Kamila Doci e Kleona Morini.

Il termine Adolescenza deriva dal latino adolescĕre e significa crescere.

Con questo termine ci riferiamo agli aspetti psicologici e fisiologici che caratterizzano un periodo di passaggio tra la pubertà e l’età adulta , ovvero il completamento dello sviluppo psichico e fisico dell’individuo che acquisisce le competenze e i requisiti per assumere le responsabilità di adulto. Per questo motivo è un’età complicata, turbolenta e con molte sfide da affrontare. Con la pandemia tali difficoltà si sono fortemente accentuate.

Prima della pandemia i ragazzi erano abituati a trascorrere il loro tempo a divertirsi insieme ai loro coetanei mettendo al centro di tutto l’amicizia e il divertimento. A distanza di un anno dal virus la vita degli adolescenti non è cambiata, il periodo è rimasto lo stesso; la scuola si è trasformata in didattica a distanza, i ragazzi sono rimasti a casa senza uscire passando troppo tempo davanti al cellulare o ai videogames.

Perché la pandemia ha cambiato la vita di tutti in particolare quella degli adolescenti?
Il distanziamento sociale: non poter più avere rapporti fisici con i propri coetanei porta a fenomeni di esclusione sociale e solitudine. Sappiamo bene che è fondamentale durante l’adolescenza. Una minore socializzazione ha comportato una diminuzione degli stimoli mentali che aiutano i ragazzi a superare momenti di noia.
Utilizzo illimitato dei social media: proprio questi momenti di noia sono stati colmati dall’utilizzo eccessivo del cellulare che è diventato il solo mezzo di comunicazione con il mondo esterno durante il periodo di pandemia. I social media e i telefoni hanno diminuito l’isolamento, creando aggregazione sociale.
Prima della pandemia gli adolescenti si rapportavano con diverse figure di riferimento, mentre adesso sono state sostituite da modelli trovati sui social come influencer, youtuber oppure tik toker.

Già prima della pandemia il 79% dei ragazzi tra gli 11 e i 18 anni trascorrevano la maggior parte del loro tempo sui social. Negli ultimi due anni la situazione si è aggravata notevolmente.

Nel lockdown giovani incollati a social e messaggistica (quasi 3 ore al  giorno). Youtube il più diffuso, boom TikTok | Prima Comunicazione

I ragazzi invece di stare chiusi nella loro camera dovrebbero svolgere attività all’aperto e con la propria famiglia per aumentare la creatività, liberare lo stress accumulato e capire i veri valori della vita.

Giochi all'aperto, 11 attività per bambini di tutte le età