Fukushima: l’epicentro del disastro

Scritto da Tommaso Becattini, Sofia Nanni e Giulia Bassanelli

Dopo la catastrofe di Fukushima, verificatasi nel 2011, ogni giorno vengono utilizzate circa 140 tonnellate di acqua per raffreddare gli impianti colpiti dal disastro. L’acqua diventa molto radioattiva e quindi viene stoccata in più di mille cisterne, le quali, a detta del gestore dell’impianto, potrebbero raggiungere la capienza massima entro un anno.

cisterne contenetti acqua radioattiva

Dopo 10 lunghi anni di discussioni, il governo di Tokyo ha deciso che l’acqua radioattiva, proveniente dalla centrale nucleare di Fukushima, verrà rilasciata nell’Oceano Pacifico .

A questa decisione si sono opposti il Governo di Cina e della Corea del Sud, poiché potrebbe risultare dannosa per l’uomo e per l’ambiente. In più, lo stesso Governo cinese ha rilevato che questo sversamento non è autorizzato dalla Agenzia Internazionale per l’Atomico.

Oltre alla protesta esterna, portata avanti da Cina e Corea del Sud, si è aperto anche un fronte di protesta interna, guidata dall’ Associazione “Green Pace Giappone”, la quale sostiene che per far diventare meno pericoloso il trizio, contenuto nelle acque depurate provenienti dalla centrale, ci vorrebbero circa 17 anni e dalle associazioni nazionionali dei pescatori, che hanno di già subito innumerevoli danni dalla esplosione.

A sostenere il Governo di  Yoshihide Suga ci sono gli Stati Uniti d’America che ribadiscono che la decisione è stata presa con trasparenza.

In più, per il rilascio del trizio sono già presenti delle linee guida, poiché questo elemento è comunemente rilasciato da quasi tutte le centrali nucleari. L’ acqua contenete l’elemento deve essere diluita fino a un settimo del limite, stabilito dalla organizzazione mondiale per la sanita, per l’acqua potabile.

Per il Governo Nipponico il rilascio delle acque di bonifica radioattive in alto mare è la soluzione più sicura. Non modificherebbe di fatto i livelli naturali di radioattività e non porterebbe a un accumulo di quantità significative di elementi radioattivi nei pesci. Da queste acque difatti sono stati eliminati la maggior parte degli elementi radioattivi accumulatisi. Il problema rimane il trizio che è più difficile da depurare, ma su questo fronte gli esperti nipponici credono che tutto il trizio contenuto nelle cisterne possa essere disperso tramite la correnti marine.