Cappelli

di Riccardo Ricciarini

Un breve cenno storico e l’uso

Il cappello, o meglio il copricapo è un accessorio che ha origine antichissime: nell’antico Egitto il Faraone ricopriva la parrucca con una tiara bianca; nella Mesopotamia o nella antica Palestina gli uomini usavano dei turbanti o fazzoletti, per difendersi dagli agenti atmosferici. Anche in ambito bellico il copricapo è molto importante: oltre alla protezione che conferisce un elmetto, è pure il marchio di riconoscimento di un esercito. L’uso del cappello assume un significato diverso in base all’ epoca e al contesto in cui si trova. Dapprima era solo un indumento utilizzato a scopo utile (difendersi dal freddo, dal caldo o dal vento), con il passare delle epoche il cappello mantiene sempre il suo scopo utile, ma si aggiunge anche il fattore sociale e d’appartenenza. Di fatto, fino a non troppo tempo fa, un cappello era un accessorio imprescindibile per il completamento d’una mise maschile. Cento anni fa, per un uomo uscire di casa senza un cappello era segno di sprovvedutezza. Questa tendenza è andata a scemare sempre di più nel dopo guerra, non che il cappello sia un accessorio morto, ma di certo non è più vivo come prima. Quindi il copricapo era un indumento assai importante e come tale ne sono state create delle regole ferree; dettate dal galateo (ovviamente sono riferite all’eleganza classica occidentale). Le regole che andrò a spiegare per la maggior parte sono rivolte per gli uomini, il gentil sesso (anche loro grandi utilizzatrici di cappelli qualche tempo fa ) non devono seguire queste regole.

Una regola molto semplice, ma molto importante è quella di utilizzare il cappello in basa alla stagione. Tutto ciò oltre ad una questione pratica è pure una faccenda di buon costume, limitare l’uso di un indumento in una certa stagione, conferisce una maggiore austerità e rigidezza all’eleganza classica. La severità delle regole è l’unico modo per far mantenere in vita la classicità del vestire, così che possano rimanere diversi i vestiti formali da quelli informali. Quindi in inverno è caldamente sconsigliato l’uso di un Panama e altro stesso modo quello di un Fedora in piena estate.

Quando un uomo passeggia per strada o incontra per puro caso un’amica o conoscente, deve alzare un poco il cappello come gesto di rispetto. Se l’incontro con l’amica o conoscente era prefissato o comunque si intrattengo per qualche momento, l’uomo deve togliersi completamente il cappello mentre la saluta, per poi rimetterselo subito dopo.

All’interno di luoghi chiusi, privati o pubblici che siano, il cappello deve essere necessariamente levato; a meno che la permanenza del signore in quel luogo sia di brevissima durata.

Nei mezzi pubblici il copricapo si può tenere in testa come lo si può levare, sta al proprietario fare la scelta. Il cappello non va indossato se si è al volante.

Vari tipi di cappelli

I vari di cappelli che andrò ad illustrare fanno quasi tutti parte dell’eleganza classica.

Fedora:

Il Fedora o da noi italiani Borsalino è un copricapo nato nel XX secolo, tra i cappelli classici è sicuramente il più conosciuto, grazie alla sua popolarità è riuscito a superare la prova del tempo. Ancora oggi i Fedora sono molto utilizzati, sia in situazioni formali che informali. Ovviamente il colore cambia in base alla situazione, se formale i colori saranno scuri tendente al nere, per quelle informali i colori possono essere di qualsiasi tipo. Il Fedora viene utilizzato in inverno o nei giorni più freddi delle mezze stagioni. Il materiale con cui viene creato è il feltro.

Driving-cap o coppola:

Viene chiamato driving-cap dagli anglosassoni perchè l’idea di questo copricapo è nata per quei signori che all’inizio del 1900 possedevano un’automobile. Le auto al tempo erano ben diverse da quelle di ora e non possedevano un tetto, è per questo che il guidatore per proteggersi dalle intemperie doveva utilizzare questo tipo di cappello, poichè possiede una banda elasticizzata che aderisce molto bene con la nuca. Gli altri tipi di cappello sarebbero volati via per il vento. Il driving-cap può essere chiamato anche cappello sportivo, altrimenti qui in Italia si chiama Coppola, tra essa e la versione inglese non c’è grande differenza, però tendenzialmente la Coppola è più ristretta di volume. Questo tipo di copricapo è perfetto per situazioni informali o per la campagna, fortunatamente per lui sta riscoprendo una seconda vita negli ultimi anni. Viene molto utilizzato dalle mode hipster.

Trilby:

Il Trilby è l’unico cappello della lista ad essere stato snobbato tempo addietro. Solo negli ultimi anni è tornato di moda. Ha un somiglianza molto forte con il Fedora, l’unica differenza si trova nella sua falda che è molto più ristretta. Il Trilby si può quindi definire come il cugino più screanzato ed indisciplinato del Fedora. Tuttavia la sua parentela così importante gli dona comunque un certo pregio, è sconsigliato per situazione formali, ma per eventi “casual” o situazioni semi-formali è l’ideale.

Panama:

Il Panama è il cappello estivo per antonomasia, esso viene creato dall’intreccio di fibre di palma. Diversamente dal nome che può far credere che la provenienza del copricapo venga dal Panama, viene creato in Ecuador. La qualità di un Panama è visibile in base ai suoi intrecci: più la trama è fine, maggiore è il pregio. Inoltre uno dei suoi grandi pregi è l’intramontabile bellezza, tutt’oggi è largamente utilizzato. Non è un cappello formale ma è sicuramente raffinato ed elegante, abbinabile a tantissime mise.

Lobbia:

La Lobbia è l’alternativa più formale ed elegante del Fedora, il suo aspetto più austero rende meno versatile l’utilizzo, che si restringe a poche occasioni importanti. I colori sono limitati al classico nero o a qualche tonalità di grigio scuro. Sicuramente un giovanotto non starebbe bene con una Lobbia, ed è pure per questo che non ha superato la prova del tempo non molto egregiamente. Ora mai è molto difficile vedere un signore con indosso una meravigliosa Lobbia.

Cilindro:

In Toscana viene anche chiamata “Tuba”, il cilindro è un cappello che tutti noi conosciamo, ma con molta probabilità non abbiamo mai visto realmente. La sua connotazione al momento è molto cartonesca e genera ilarità, di conseguenza incontrare un signore con il cilindro è praticamente impossibile. Al momento il suo unico utilizzo è destinato agli eventi dove la formalità è massima, grazie al cilindro la si può ottenere. Negli anni passati era molto più utilizzato, non si è totalmente estinto ma quasi.

Bombetta:

La sua cupola caratteristica non trae in inganno nessuno, non appena vediamo una bombetta non possiamo far altro che pensare alla Belle Époque (fine Ottocento, inizio prima guerra mondiale). Molti personaggi importanti di allora facevano largo uso di questo copricapo. Con molta probabilità i vostri avi possedevano questo cappello così caratteristico. Purtroppo passati gli anni Trenta il Fedora ha preso il suo posto, al momento la Bombetta è estinta; l’unico modo per indossarla è quello di andare ad una festa in maschera.

Paglietta:

La Paglietta è la versione estiva della bombetta, come il suo cugino veniva utilizzato utilizzata nella Belle Époque. Al momento è un cappello completamente desueto, è stato rimpiazzato dal cugino estivo del Fedora: il panama, molto più elegante e versatile.

Un’eccezione…

Cappello da baseball:

Magari i veri gentiluomini storceranno il naso (giustamente), ma questo copricapo d’una semplicità unica deve essere menzionato. Il cappello da baseball non rientra nell’eleganza classica, la sua origine è puramente sportiva, ma nolente o dolente la moda attuale ha inglobato questo cappello. Ora mai i giovanotti indossano solo questo tipo di copricapo, e mi pare dovereso inserirlo nella lista per la sua importanza attuale. Ovviamente l’utilizzo si appresta per situazioni casual o sportive, inoltre grazie alla sua visiera copre i raggi del sole dagli dell’indossatore e quindi si presta molto per le giornate estive o con il cielo sereno.