La playlist di Natale

con 7 artisti non proprio natalizi

di Leonardo Tognalini

Dall’ Hip Hop Old School alla Trap, i consigli per passare un felice Natale.

Il Black Friday  è già passato e sta per arrivare Natale. Anche questa volta, sono in ritardo con i regali e la peggiore idea è quella di ridurre tutto all’ ultimo weekend prima del 25. Poi inizia il tour de force: il 25 c’è il pranzo con i parenti e quando finalmente finirete sarà quasi arrivata la mezzanotte, di Capodanno. Ora, questo articolo non vuole essere una lista di cose che puntualmente mettono ansia sulla festività, infatti, non c’è Natale che non richieda un accompagnamento musicale atto a incoraggiare e creare la giusta atmosfera e a fomentare la voglia di festeggiamenti. Per fare un esempio, di solito la playlist in questione è comprende “ALL I WANT FOR CHRISTMAS” di MARIAH CAREY, “LAST CHRISTMAS” degli WHAM! oppure “JINGLE BELLS ROCK”. Queste sono le fondamenta, ma per non rimanere nella banalità e ricercare qualcosa di più particolare, alternativo, voilà, la playlist della sopravvivenza. Perché il disagio nel Natale regna sovrano.

HIROSHI YOSHIMURA – “URBAN SNOW”

Non c’è Natale se non c’è neve. A volte questo regalino è stato fatto anche in posti in cui normalmente non nevica mai, il che fa sperare ogni anno in una romantica pioggia di biancore. In questo suadente pezzo di Yoshimura, uno dei padri dell’ambiente nipponica, c’è tutto il soffice spirito del vero Natale: fuori freddo, dentro caldissimo e amorevole. Dove anche la sottile malinconia dei Natali passati diventa stupore di bambino. Ideale per la mattina del 25, quando avrete scartato i regali e guardato fuori dalla finestra sperando in un manto candido sul quale sognare.

Run DMC, “Christmas in Hollis”

Un Natale nel Queens, con tanto di incontro ravvicinato con Babbo Natale, un Babbo Natale ovviamente nero, non quello della Coca Cola. La canzone incisa nel 1987 per una compilation intitolata: A Very Special Christmas”, all’inizio Run DMC si rifiutarono di incidere musica a tema natalizio. Poi improvvisamente, complice un campionamento da un brano di Clarence Carter del 1968, sfornarono un anthem leggendario con tanto di copertina “Natività” di Keith Haring. Il testo è spassoso e narra dei Run DMC che s’imbattono nel portafogli di Babbo Natale con dentro un bel po’ di bigliettoni. Al che decidono di restituirglieli spedendoglieli via posta perché non sta bene rubare a Santa Claus, per poi scoprire che in realtà era un regalo per loro! Non tutti si ricordano che nel 1987 vinse il premio come miglior video dell’anno secondo Rolling Stone, battendo addirittura il Micheal Jackson di “Bad”.

Busta Rhymes, “The Grinch”

Dalla colonna sonora di “Come il Grinch rubò il Natale “di Ron Howard, con protagonista Jim Carrey nella parte quella creatura verde che odia il Natale ed ha un cuore piccolissimo, tanto da cercare di sabotare la festa per poi ovviamente finire travolto in senso positivo da essa recuperando dei sentimenti degni di questo nome, il film è diventato un instant classic natalizio. A curare la colonna sonora c’era anche, Busta Rhymes con questo brano particolarmente importante per la pellicola perché cita in modo subliminale il motivo per cui Carrey accettò il ruolo del Grinch, ovvero l’aver ascoltato una cassetta con un coro di bambini che interpretavano la frase “you’re a mean one, mr Grinch!” tratto da un pezzo di Thurl Ravenscroft. Ebbene, oltre alla versione del film del 2000 ne esiste un’altra che vede duettare con Busta proprio Jim Carrey in persona. Stranamente apparirà al pubblico solo nel 2016: in tempo per sottolineare come siamo circondati da gente “verde” e malvagia che ci inganna con un falso natale, rubandocelo e tentando di gettare tutti i doni dalla finestra. Ogni riferimento a persone e situazioni è puramente casuale, naturalmente, e si spera che nella realtà finisca allo stesso modo della pellicola, con una pronta redenzione.

Calcutta – “NATALIOS”

Il Natale può significare anche passare la vigilia sotto un ponte, senza sapere che cosa  fare della propria esistenza. Problemi che nella canzone italiana furono già sviscerati da Baglioni con la sua tristissima “Notte di Natale”. Ma qui abbiamo Calcutta, il quale raccoglie il testimone sentendo molto suo il problema del Natale in quanto punto zero di qualcosa che accade, ma in realtà non accade. Infatti, il nostro artista aveva già scritto in Babafana, un tape collettivo, un pezzo agrodolce su Babbo Natale pizzicato in cucina, che spaventa il protagonista del pezzo e gli spiega che “Amarsi è come il Natale, la prima volta sembra speciale ma poi diventa normale”. In “Natalios”, invece, Edoardo esprime lo stesso nichilismo soft: ma con maggiore carica emotiva, lì dove la solitudine può tramutarsi in un bell’abbraccio collettivo. Perché Natale è anche commuoversi!

Playboi Carti, “Flex”

Una canzone natalizia mascherata ecco come descrivere “Flex”, la base coi chimes, l’immaginario della borsa coi soldi che ricorda il sacco di regali, la gente che impazzisce ricorda la frenesia delle feste, il bacio alla mamma ricorda il tepore della famiglia davanti al camino… insomma. A volte non serve essere didascalici: parla l’atmosfera, e dobbiamo essere moderni.

Pink Floyd, Merry Xmas Song

La psichedelica Merry Xmas Song dei Pink Floyd è una canzone inedita, registrata nel 1975 per un performance radio della BBC, e si presenta come una sbirciatina alle battute più personali della band. Con un testo che parla di Babbo Natale, cantato dal batterista Nick Mason accompagnato al pianoforte, questo pezzo conserva un’atmosfera tradizionale, resa divertente con gli schiamazzi del gruppo che potete sentire in sottofondo. 

King Diamond, No Presents for Christmas

King Diamond ha prestato la sua potente voce alla canzone No Presents for Christmas nel 1985. Il cantante canadese qui usa il suo agghiacciante falsetto, così come un mix metallaro di ritmo violento e chitarra, nel testo fa riferimento a cartoni animati rende omaggio a un classico, I’m dreaming of a white…Sabbath.